10 ottobre 2009

Una brutta storia di mare

In memoria dei 73 giovani eritrei scomparsi nel Mediterraneo.

di Rodolfo Di Nardo

Stiamo parlando troppo delle nostre radici cristiane e non ci ricordiamo più di cosa significhi essere cristiani. Gesù Cristo ai pescatori, suoi primi discepoli, disse solo:


"Andate in pace e possa la pace di Dio accompagnarvi"

Anche i nostri giovani 73 eritrei andavano in pace. Fuggivano da una terra inospitale e da un regime dittatoriale. I migliori figli di Eritrea lasciavano il mare più bello del mondo per cercare rifugio ed ospitalità nei nostri porti. Forse parlavano un pò d'italiano ricordando le storie dei loro nonni, di quando, come Ascari, combattevano a fianco e per gli "italiani brava gente".

Nel momento di bisogno nessuno li ha aiutati. Anche le leggi del mare, che impongono di prestare aiuti ai naufraghi, sono state stravolte ed ignorate. Per oltre 20 giorni sono rimasti soli in mezzo al mediterraneo, un mare che nei secoli ha sempre unito popoli diversi.


The Lord is my pilot

Scriveva Baudelaire nei "Fleurs du Mal", che l'uomo libero ama sempre il mare perchè il mare è il suo specchio e così contempla la sua anima nello svolgersi infinito dell'onda.

Vorrei che tutte le persone che si sentono liberi, che amano il mare ed ancora hanno il coraggio di contemplare la propria anima, si uniscano a me per dedicare ai 73 eritrei dispersi il Salmo 23, nella sua versione marinara.


In memoria dei 73 eritrei dispersi in mare.

The Lord is my Pilot,
I shall not drift.
He guides me across the dark waters.
He steers me in deep channels.
He keeps my log. He pilots me by the star of holiness
for His name's sake.

Yea, though I sail 'mid the fenders and tempests of life
I shall dread no danger for He is near me.
His love and care
shelter me.

He prepares a harbor before me
in the homeland of eternity.
He anoints the waves with oil,
my ship rides calmly.

Surely sunlight and starlight
shall favor me on my voyages
and I will rest in the Port of our Lord
forever.

Il Signore è il mio Pilota,
non andrò alla deriva.
Attraverso acque oscure mi conduce
In canali profondi mi segue.
Regge il mio solcometro.

Mi guida verso la stella della santità,
per amore del Suo nome.

Sì, nonostante io navighi tra le bufere e le tempeste della vita,
non temo alcun male, perché Lui è accanto a me.
Il Suo amore e le Sue cure
mi danno riparo.

Davanti a me Egli prepara un porto,
nella terra dell’eternità.
Cosparge le onde con olio,
la mia nave procede con calma.

Di certo la luce del sole e delle stelle
mi sosterrà nei miei viaggi
e riposerò nel Porto di nostro Signore
per sempre.

9 ottobre 2009

A dda passa’ à nuttata

di Bruno Rindone

Prodi era ancora Presidente del Consiglio,Penati Presidente della Provincia di Milano, e a Segrate si azzuffavano su chi dovesse edificare per primo sulle aree edificabili (e anche su quelle non edificabili perche’ sottoposte a vincolo aeroportuale o perche’ agricole). Il Sindaco, un ragazzaccio, secondo le regole non scritte di certa politica di centro-destra (arraffa tutto cio’ che puoi, ma con il consenso dei capi) li butto’ fuori tutti quanti e cerco’ nuove soluzioni. Tra gli altri, si rivolse al Partito Democratico segratese, con cui stilo’ un accordo che comprendeva cose buone, come ad esempio una attenta valutazione delle iniziative sul territorio, e gli strumenti per attuarle. Questi strumenti erano due assessori da scegliere tra alcuni nomi proposti dal Partito Democratico, la Presidenza della Commissione Territorio, l’indicazione di validi professionisti che affiancassero il lavoro nel campo dei servizi sociali e nel campo del la gestione del territorio, la scelta di costruire il Piano di Governo del Territorio, che sostituisse un Piano Regolatore ormai bucato come un colabrodo.

E cosi’ si parti’. Chi scrive fu scelto dal Sindaco come Assessore all’Ecologia e all’Ambiente, senza programma, senza direttive, e sbarco’ in una giunta di centro-destra quasi completamente esautorata dall’attivismo e dalla personalita’ del Sindaco.

Si pote’ fare poco: l’aumento della raccolta differenziata, l’allontanamento dello spettro di un termovalorizzatore a Segrate (c’era gia’ l’accordo), la diffusione del fotovoltaico e del solare termico, il blocco dello stupido tentativo di urbanizzare il Golfo Agricolo con 40 costruzioni e una parodia di campo da golf, l’opposizione alla soluzione adottata per lo sbocco della BREBEMI, con l’opinione che la grande viabilita’ deve essere in tunnel e non a raso (grande invenzione per Segrate, anche se ovvia in tutta Europa), la segnalazione che la vicenda del Centro Commerciale, se trattata da persona serie e capaci, poteva portare un beneficio, oltre ache alla viabilita’ locale, anche ai livelli di occupazione e alla vita dell’Aeroporto di Linate, e poco piu’. All’Assessore fu sempre impedito di mettere becco sul rumore aeroportuale.

L’Assessore all’Ambiente fini’ quindi per diventare l’ostaggio che la maggioranza di centro-destra avrebbe voluto usare per avere in Consiglio Comunale i quattro voti PD. Fu un ostaggio scomodissimo, perche’ scappava di continuo dalla sua prigione, nei blog, nelle interviste, nella vita quotidiana. Lo chiamarono “Cavallo Pazzo”.

Cade Prodi, non viene rieletto Penati, i termini dell’accordo con il Sindaco, gia’ in gran parte elusi, furono stracciati, ed emerse nel centro-destra un’altra verita’: “Abbiamo spaccato il PD, era questo che volevamo”. Conseguenza per noi: Via da li’.

Oggi ci stiamo preparando alle elezioni comunali, che affronteremo con un testa a testa con il Sindaco, che verra’ sicuramente ricandidato dal PdL, e, io penso, anche dalla Lega. Allucinazioni come una lista civica capitatata dal Sindaco, o illusioni, come la contrarieta’ della Laga all’attuale Sindaco sono ormai sepolte.

A noi tocca avere un candidato Sindaco giovane, nuovo, alla testa di una lista elettorale giovane, nuova e dotato di un programma serio, alto. Se per fare questo serve il Congresso del PD segratese, allora facciamolo subito. Se possiamo farcela con l’attuale gruppo dirigente, mettiamoci al lavoro subito, facciamo capire ai cittadini ed agli elettori che abbiamo chiuso una fase, ne abbiamo valutato gli elementi positivi e quelli negativi, e ora guardiamo al futuro.

Per cio’ che mi riguarda, torno a fare il semplice militante. Cambiando politica, usualmente si cambia la squadra.