27 maggio 2009

Berlusconi Bella Ciao

Sic transit gloria mundi

di Rodolfo Di Nardo

Il Berlusconi abbronzato dal sole estivo della Costa Smeralda con la bandana, (un po’ corsara, molto tombeur de femme) lo ritroviamo il 25 Aprile ad Onna, con il fazzoletto da partigiano, in un cielo livido e terremotato. Il 29 Aprile la situazione è già cambiata. Dal Berlusconi Bella Ciao, si passa al Berlusconi Belle Ciao, cantato dalla sig.ra Lario al grido impietoso di "Veline alle europee? Ciarpame senza pudore". Poi, dopo il Porta a Porta del 5 Maggio, ed il suo rifiuto a rispondere alle 10 semplici domande del quotidiano Repubblica, constatiamo una continua perdita d'identità, non di Berlusconi, bensì dell'elettorato cattolico e moderato che ha votato per lui. A tanti amici e conoscenti di area moderata e cattolica mi sono permesso di fare una sola domanda:

Al prossimo "Family Day" ti sentiresti a tuo agio a manifestare assieme al sig. Berlusconi accompagnato dalla famiglia Letizia?

In attesa di un vostro commento, e delle risposte del sig. Silvio Berlusconi, alleghiamo le 10 domande che "il Giornale" ha posto al nostro Dario Franceschini, assieme naturalmente alle dieci risposte che Franceschini ha prontamente dato.

Le dieci domande del Giornale e
le 10 risposte di Dario Franceschini

Domanda-1)
Lei viene dalla Dc, e ora è il leader di un partito che mette insieme gli ex democristiani con gli ex comunisti. Niente da obiettare. Ma le chiediamo se lei ricorda come, per decenni, il Pci usò contro la sua Dc la tecnica dell’illazione, del sospetto non provato, dell’accusa demonizzante. Provi a sfogliare la raccolta dell’Unità e guardi che cosa scriveva della Dc. Che Andreotti era un mafioso. Che Moro era Antilope Cobbler. Che le stragi erano gestite dal ministero dell’Interno. Anche allora, come oggi, zero prove. Che cosa pensava allora, lei democristiano, di quel modo di fare politica?
Risposta-1)
Mi sembra una ricostruzione un po’ caricaturale del rapporto tra la Dc e il Pci. Polemica politica, conflitto non hanno mai impedito ai due partiti di condividere principi istituzionali. Il paragone mi appare, dunque, infondato, sia dal punto di vista storico che politico. Quanto allo stile di vita ognuno può giudicare quale differenza vi sia tra Berlusconi, Andreotti e Moro.

D-2) Lei è cattolico, onorevole. Ha presente che cosa è scritto nel Vangelo riguardo a «mormorazione, ingiuria e calunnia»? Le segnalo Matteo 5, 21-22. La calunnia è equiparata all’omicidio.
R-2) «Il Giornale» continua a fare confusione, io non ho mai mosso un rilievo di carattere etico sui comportamenti personali del presidente del Consiglio, bensì un rilievo politico ai silenzi e alle omissioni che finora ci sono stati. Quanto al Vangelo non lo tirerei in ballo in polemiche come queste: lì ci sono parole che devono illuminare le coscienze di tutti. Sicuramente il dovere della verità. Sempre.

D-3) Silvio Berlusconi ha riferito alcuni fatti a quanto pare non veri: che Letizia era l’autista di Craxi e che con lui ha discusso di liste elettorali. Giuliano Ferrara le ha definite «le bugie bianche» del premier. D’accordo. Si possono esprimere giudizi negativi su queste risposte. Gli elettori possono trarre le conseguenze che vogliono. Ma secondo lei questa è materia da impeachment?
R-3) L'espressione usata da Giuliano Ferrara è intrigante ma non vera. Le «bugie bianche» di cui lui parla non sono poi così bianche mentre sono certamente bugie. È dall’inizio di questa vicenda che Berlusconi dà versioni di comodo e contraddittorie e poi le cambia per cercare di uscire da vicoli ciechi in cui lui stesso si è cacciato. Risponda una volta per tutte alle domande senza cercare scorciatoie. Per altro nessuno di noi ha mai parlato di impeachment e ho anche spiegato che questa vicenda non può essere oggetto di atti parlamentari.

D-4) Secondo lei è più grave pronunciare queste «bugie bianche» o accusare un uomo, senza prove, di essere un depravato sessuale? Un «malato»?
R-4) Non sono stato io e nessuno del Pd a usare le espressioni che il «Giornale» mi attribuisce. La domanda la rivolga a chi le ha usate...

D5) Lei che, come dicevamo, si è sempre smarcato da Di Pietro per i suoi toni, non si sente a disagio nel trovarsi ora al suo fianco in questa campagna?
D-6) E nessun disagio a trovarsi in sintonia con una Emma Bonino improvvisamente calata nei panni di santa Maria Goretti?
R-5 e R-6) Una risposta per due domande. Noi democratici non facciamo nessuna campagna. Chiediamo solo trasparenza a chi ricopre la più alta carica di governo. Nell’interesse delle istituzioni, degli italiani (anche di quelli che votano per il centrodestra) e della credibilità del nostro Paese nel mondo. Del resto se persone così diverse tra loro come Di Pietro ed Emma Bonino sollevano i nostri stessi dubbi vorrà proprio dire che non si tratta né di giustizialismo né di moralismo.

D-7) Lei ha sempre detto che «bisogna parlare dei problemi reali del Paese». Non si sente fuori posto a inseguire il gossip?
R-7) Il gossip non c’entra e io non lo inseguo. Il problema è molto serio e riguarda il modo di intendere e di vivere il potere. Potrei far notare che la questione è stata sollevata da una fondazione vicina alla destra. E potrei anche aggiungere, come è stato autorevolmente osservato, che si tratta di un tema che ha molto a che fare con quella che chiamiamo emergenza educativa, con i modelli che proponiamo ai giovani. Ma mi lasci dire un'altra cosa: io passo il mio tempo a parlare di problemi reali del Paese. Ho proposto un assegno per chi perde il lavoro anche se è un precario, ho chiesto l’election day per destinare i soldi risparmiati alle forze di polizia, ho chiesto una tassa di solidarietà ai più ricchi (cominciando dai parlamentari) per aiutare i più poveri, ho proposto di sostenere 100mila giovani meridionali alla ricerca di lavoro. Il vostro giornale ha mai dedicato una riga a tutto ciò? E il governo si è limitato a votare no in Parlamento. Ecco un po’ di cose concrete.

D-8) La famiglia di Noemi può non apparire simpatica o gradevole agli occhi suoi e di molti altri. Ma lei ha notizia di reati commessi dal signor Letizia? O di suoi rapporti con la malavita? Basta la pacchianeria di capelli brillantinati e di una catena d’oro esibita sul petto a camicia sbottonata per essere camorristi?
R-8) Non ho mai parlato né della famiglia Letizia, né di camorra, relativamente a questa storia, né di brillantina. Quanto alla pacchianeria ognuno ha i suoi gusti.

D-9) Non si chiede, lei che è padre di due figlie, come può sopravvivere una ragazza di diciotto anni fatta passare dai giornali di mezzo mondo per una sgualdrina? (Anche qui, mi perdoni la ripetitività: senza mezza prova).
R-9) Me lo chiedo e penso sia vittima di una situazione più grande di lei. Io non ho mai detto una parola su questa ragazza appena diciottenne, non ho mai pronunciato in pubblico neppure il suo nome.

D-10) Lei l’11 maggio scorso aveva detto a La Stampa: «Non mi interessa la vicenda personale del premier. Su questo ogni italiano si fa la propria opinione ragionando con la propria testa». Come mai adesso dice invece che è «una questione di Stato»?
R-10) Non ho mai cambiato idea: continuo a non occuparmi dei problemi personali del premier e anzi mi dispiace che coprano il confronto pubblico sui problemi della crisi. Ma è Berlusconi ad aver cancellato il confine tra privato e pubblico, facendo di questa scelta una sua cifra distintiva e uno strumento con il quale costruire consenso. E oggi finisce prigioniero di questa scelta. Quanto alla domanda fuori sacco mi lasci dire che non c’è niente di più serio, me lo lasci dire, della credibilità e della autorevolezza delle istituzioni e delle persone che le guidano.

26 maggio 2009

Aperò con Scalfarotto alla Locomotiva di Segrate

APERITIVO CON I CANDIDATI DEL PARTITO DEMOCRATICO

- Ivan Scalfarotto, candidato alle europee
- Antonella Parisotto candidata alla Provincia di Milano per il PD e

- Carlo Vezzoni candidatoalla Provincia di Milano per la lista Penati

Appuntamento presso il ristorante
La Locomotiva
in via Grandi 28 a Segrate


mercoledì 27 maggio alle ore 19,30


Circolo P.D. Segrate – www.pd-segrate.com

11 maggio 2009

Inaugurazione nuova sede del CSA Baraonda

Ieri, 9 maggio, è stata la Giornata della memoria per le vittime di terrorismo e stragi.
Sul Corriere della Sera era possibile leggere una lettera intensa, firmata da Benedetta e Luca Tobagi, figli del giornalista assassinato nel 1980 da un gruppo di estrema sinistra, che invitavano a "Chiudere una stagione di odio e rancore" ed a "lasciare spazio a una volontà condivisa di costruire un futuro diverso".
Forse non è solo una coincidenza che il CSA Baraonda abbia scelto una giornata così fortemente simbolica per inaugurare, dopo tante fatiche, la nuova sede di via Pacinotti.
Provo un profondo affetto per il Baraonda, un po' perché ne ho seguito la nascita, nel 1995, e la crescita, un po' perché nel suo collettivo oggi ci sono tanti amici, compagni di classe, vecchi compagni di oratorio, degli scout, etc.
E pur non avendo condiviso alcune scelte, come ad esempio il recente comunicato distribuito inopinatamente il 25 aprile, riconosco al Baronda tantissimi meriti, la passione, la volontà, l'impegno, le battaglie culturali, le innumerevoli attività sociali, di socializzazione, riflessione, formazione, svago e lo sforzo di accogliere al suo interno anche ragazzi difficili. L'esistenza stessa del Baraonda ricorda a tutti noi che è possibile sognare una società diversa dall'attuale, che c’è ancora chi, ad occhi aperte e con i piedi per terra, si pone una utopia come meta.

C'è una poesia di Eduardo Galeano che dice:
"Lei è all'orizzonte: mi avvicino di due passi.
Lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là.
Per quanto io cammini non la raggiungerò mai.
A che cosa serve l'utopia?
Serve proprio a questo: a camminare."

Ecco perché Segrate ha bisogno del CSA Baraonda.
Perché serve proprio a questo: a camminare.

Agli amici del collettivo Baraonda faccio i migliori auguri per una buona strada.

Paolo Micheli
Partito Democratico di Segrate





7 maggio 2009

Il "Golf Agricolo": che bella idea.

di Bruno Rindone
Assessore all'Ambiente del comune di Segrate


Che bella idea! 800.000 metri quadrati di terreno agricolo alle porte di Milano, proprio accanto al quartiere di Milano-2, voluto da Berlusconi circa trenta anni fa, e citato nelle riviste di architettura come un esempio di residenzialita’ immersa nel verde. La bella idea prevede di mutare la destinazione d’uso di questa porzione di territorio da agricolo in residenziale, e di collocarvi quaranta fabbricati e un campo da golf con otto buche.

A questa bruttezza gli abitanti di Milano-2 si sono ribellati, ed a loro e’ stato proposto un progetto ridotto: la meta’ delle costruzioni (tutte al confine con Rovagnasco), ancora il campo da golf. Senza capire che il brutto anatroccolo rimane brutto, perche’ cio’ che non va in lui e’ proprio quella caricatura della naturalita’ che e’ il campo da golf, con le enormi quantita’ di fitofarmaci che richiede, e con la sua immagine di natura fasulla. Tanto varrebbe farlo di plastica, e proteggerlo dalla pioggia con un bel tendone, su cui dipingere paesaggi esotici.

E quello che non va nel brutto anatroccolo e’ la voglia di cancellare la natura vera, quella natura che ha fatto Milano-2 cosi’ bella, per metterci una finzione di natura. Certo, il gioco del golf, come molti altri sport, se praticato per diletto fa bene, al cuore ed all’anima, ma l’est milanese non e’ certo sprovvisto di campi da golf. Avere un campo da golf sotto casa non e’ molto diverso che avere sotto casa un’autostrada, una discarica, un termovalorizzatore.

Con una differenza pero’: autostrada, discarica, termovalorizzatore possono essere necessari alla collettivita, il campo da golf no. E allora, bocciata questa proposta perche’ poco seria, che fare?

Il territorio del Comune di Segrate ha subito una grande trasformazione negli ultimi anni. Infatti, accanto alla questione irrisolta, ma non irrisolvibile, del nuovo quartiere Santa Monica, in cui e’ evidente in alcuni la voglia di cancellare gran parte della porzione destinata ad edilizia convenzionata (e quindi con prezzi, in teoria, abbordabili) in edilizia libera (e quindi con prezzi meno abbordabili), vi sono alcune realizzazioni positive. Il nuovo quartiere Centro Parco, ad esempio, con una porzione a verde non indifferente e con uno scenario naturalistico importante. Anche il Centro Polifunzionale e’ un progetto di qualita’, proprio perche’ collocato all’interno di una collinetta artificiale , e per il molto verde intorno.

In questo quadro, ripetere, trenta anni dopo, sulla porzione di terreno agricolo di cui si parlava, la stessa operazione di qualita’ che condusse trenta anni fa a Milano-2, sarebbe di grande valore. Si realizzerebbe l’idea che un Comune alle porte di una grande citta’ da’ maggior valore al suo territorio se vi preserva quote importanti di naturalita’ (quella vera, non quella fasulla di un campetto da golf). Strutturare quindi questa porzione del Comune come un bosco urbano, all’interno del quale sono immerse residenze e servizi in quantita’ tale da rispettare la naturalita’ del luogo e’ quindi un’idea forte, ben più forte del banale campetto da golf contornato da quaranta ( o trenta, o venti) costruzioni.

Inoltre, questa configurazione del territorio del Comune di Segrate permetterebbe di costituire una continuita’ con le grandi aree verdi del parco sud agricolo, di cui una piccola parte e’ nel territorio del Comune di Segrate, e di contribuire a costituire una rete ecologica, tanto di maggior valore perche’ collocata nelle immediate adiacenze di una grande citta’

E il mercato che ne direbbe? Ho l’impressione che la qualita’ nella gestione del territorio e’ qualita’ della vita, e’ apprezzata.
Coraggio allora, abbandoniamo la banalita’ e pensiamo in grande. Proponiamo questa idea nel costruendo Piano di Governo del Territorio.