12 giugno 2008

Arrakis



ARRAKIS?


Sono i luoghi dell’abbandono industriale italiano.
Sono i ricordi e le accuse di Silvestro Capelli.
Arrakis è un documentario poetico di tributo ai luoghi e alle vittime del progresso industriale italiano.
Vedute di fabbriche abbandonate fanno da sfondo ad una voce trasformata dalla malattia. E’ la voce di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni. E’ la particolare voce di un laringectomizzato. Silvestro nel 1996 ha subito un intervento di laringectomia totale per estirpare un tumore causato dall’amianto inalato durante gli anni del lavoro in fabbrica. Come molte altre persone da anni combatte una battaglia sociale e legale. Da una parte ci sono semplici cittadini, dall’altra ci sono le istituzioni, l’Inail, i sindacati, i dirigenti d’azienda, i partiti politici.
Racconta Silvestro in Arrakis:
Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Lo sapevano i sindacati. Lo sapeva la direzione dell’azienda. Lo sapeva l’assessorato alla sanità. Lo sapevano tutti, e non gli operai che c’erano dentro. E così ci hanno condannato a morte, a menomazioni, ma non solamente noi che lavoravamo all’interno della fabbrica. Perché le fabbriche non sono state costruite sotto una campana di vetro […]
Motivi e obiettivi
Arrakis non vuole essere un’inchiesta sul problema amianto, non vuole essere un documentario di archeologia industriale.Vuole rappresentare invece, secondo criteri più vicini al modo poetico di fare documentario, un tributo a quelle persone che hanno sofferto in nome del progresso e a quei luoghi che sono stati incredibili simboli di quello stesso progresso.Arrakis è un attestato di esistenza per persone e luoghi dimenticati.L’obiettivo comunicativo non è informare, ma emozionare.Suscitare interesse verso problemi di cui molto scarsa è la percezione del pericolo.
Credo che l’abbinamento della voce di Silvestro ai luoghi dell’abbandono industriale italiano sia un atto molto potente e molto simbolico.
Andrea Di Nardo

2 commenti:

Circolo PD di Segrate ha detto...

Arrakis: per ricordare..

Brandelli di fabbriche dismesse, luci trasversali su uno scenario apocalittico, ciò che era ed ora non è più. La storia della dignità del lavoro messa al bando dal colpevole silenzio di chi sapeva e non ha detto, la storia di Silvestro e di tanti, troppi altri, che qui trovano espressione attraverso la denuncia raccolta da Andrea e narrata con dolente voce metallica da un “superstite” del progresso selvaggio. Tutto questo si trova in Arrakis, ( noto ai giovani come il pianeta sperduto della saga ecologista di “Dune”). Ma questo video ci parla, invece, di uomini e luoghi che la nostra coscienza ha forse troppo frettolosamente seppellito in qualche angolo oscuro della nostra vita civile. Arrakis, come dice il giovane filmaker segratese Andrea Di Nardo, è un tributo alle vittime e ai luoghi del progresso industriale italiano.
La grandezza di questa testimonianza sta nel rivolgersi direttamente alle coscienze prima di interpellare la ragione (o presunta tale).
Si tratta di un video tanto duro quanto reale, dove parole, musica ed immagini si fondono per segnare un solco anche nelle anime più indifferenti. Il giovane filmaker segratese, autore del filmato, dà voce a Silvestro, un operaio della Breda di Sesto San Giovanni, laringectomizzato a causa di un tumore alla gola procuratogli dalla prolungata esposizione all’amianto. Così, tutta una generazione di vittime dimenticate del progresso industriale italiano trovano in Silvestro, il laringectomizzato, il loro portavoce.
Desidero darvi un consiglio:Arrakis è un documentario di venti minuti, un tempo infinito per il web, forse troppo lungo per molti. In effetti non bastano solo questi minuti per vedere il video. Ci vuole altro tempo per riprendersi, per riflettere e per riappropriarsi della dimensione reale di queste vite narrate. Per riclassificare l’ordine delle cose, riprendendo atto che in Italia di lavoro si muore. Cento anni fa come nel 2008. Che l’agenda politica non può colpevolmente rincorrere l’interesse mediatico del momento, né sprecare un attimo di più sulle velleità che non somigliano e non rispondono alle esigenze dei cittadini, dei lavoratori, di coloro che non comprano televisioni ma le guardano (o le subiscono) soltanto. Per cui, se lo desiderate, prendetevi tutto il tempo necessario e lasciate che il filmato vi conduca lungo il percorso che vi verrà spontaneo seguire.
Il 12 giugno 2008, giorno di lancio di Arrakis, può diventare nel tempo “il giorno della memoria delle vittime dell’Amianto”
Anche noi di “Segrate Democratica” ci uniamo idealmente al grido di dolore magistralmente reso dalle musiche del maestro Leonardo Marzegalia e dal canto conclusivo di Xinarca ma ben poca cosa faremmo se ci limitassimo ad un unico attimo di dolente pietas. Noi desideriamo essere solidali con le vittime del mondo del lavoro e vogliamo affermare in ogni momento ed occasione che “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul Lavoro”. Riscoprendo la centralità dello stesso e affermando a voce alta che il Lavoro deve essere “sicuro e giustamente retribuito” per essere dignitoso. Per tutte le vittime del lavoro dimenticate dagli industriali, dai sindacati e dalla società civile. E perché ciò che è stato non sia mai più.
Barbara Bianco

Circolo PD di Segrate ha detto...

Andrea Di Nardo, ventisei anni, ha iniziato a lavorare ad Arrakis mentre si laureava a Milano: poco dopo ha capito che la sua ricerca meritava più di una tesi di laurea un po' sperimentale. Ha esplorato i relitti di molte fabbriche abbandonate nel nord Italia, sepolte e dimenticate tra le sterpaglie, ancora cariche di veleni invisibili: ne ha tirato fuori una breve, allucinata e sconvolgente odissea sul costo umano del progresso industriale del bel paese guidata dalla voce roca di Silvestro, operaio che in fabbrica ha lasciato le corde vocali. "Io sono morto", conclude Silvestro, sopravvissuto ad un tumore devastante che gli ha portato via la laringe, come sono morti i suoi colleghi e amici venuti a lavorare fino all'ultimo giorno per non mandare sul lastrico le famiglie, come sono morti, ignari, tutti quelli che hanno avuto la sfortuna di nascere e crescere accanto ad un altoforno o a un cementificio. "E tutti - grida Silvestro - dirigenti, sindacalisti, proprietari, tutti sapevano".Arrakis è un documento forte, scomodo e per nulla scontato: non è l'ennesimo servizio giornalistico d'effetto ma un vero documentario, lirico, che ti costringe a pensare a lungo. Per di più non ha alle spalle costose produzioni: grazie anche alle musiche firmate per l'occasione dal pianista Leonardo Marzagalia e alla voce e alla cetra del corso Xinarca, Arrakis non fa rimpiangere il cinema né tanto meno la televisione mainstream. Per questo Andrea ha dovuto risolvere il problema comune a chiunque abbia autoprodotto un lavoro di qualità: come farlo arrivare al pubblico? Andrea è partito dal basso e ha sfruttato la rete: ha contattato cinquanta bloggers italiani, famosi e non, chiedendo di dare una mano. Così a mezzanotte del dodici giugno quindici blog italiani si sono volutamente oscurati, trasformandosi in player per vedere gratuitamente Arrakis in rete. Ventiquattro ore dopo, grazie al passaparola, i blog oscurati erano diventati trenta. Non si tratta di grandi numeri ma di certo di successo per un'iniziativa che in Italia non ha precedenti, coronata nella notte da una diretta "pirata" dai blog oscurati con la toccante partecipazione di Silvestro. Alla fine Arrakis era stato visto, al debutto, da almeno duemila persone, era passato su Repubblica.it e su Rai News24 ed aveva sollevato un vespaio di commenti entusiasti nella blogosfera. E soprattutto aveva dimostrato la possibilità di fare giustizia sociale attraverso la rete senza passare dai canali tradizionali. Ora, spiega Andrea, Arrakis andrà avanti e sarà presto scaricabile in alta risoluzione sotto creative commons, la particolare licenza che liberalizza la diffusione non a scopo di lucro: da Rivist@ l'augurio che sia l'alba di un nuovo modo di fare informazione, cultura e giustizia.
di Valerio Di Paola tratto dal sito www.rivistaonline.com del 16/06/2008