La rete discute della nuova crisi mediorientale, del sangue che di nuovo scorre in Israele e Palestina.
Tante manifestazioni, tanti fremiti pro-Gaza e/o pro-Israele stanno percorrendo le piazze italiane ed europee. Io, in compagnia di pochi altri, ho deciso di non partecipare anche solo idealmente a nessuna di queste manifestazioni.
Ho la netta sensazione che in questa tragedia ci siano troppe vittime e pochi innocenti. Troppi errori storici, troppi errori politici, troppi errori tattici e strategici nel tentativo di arrivare ad una pace qualsiasi. Troppi interessi contrastanti, troppo integralismo da entrambe le parti. Troppi aiuti militari ed umanitari hanno creato un interesse allo status quo. Troppo odio reciproco. Il risultato di questi ultimi 50 anni di storia mediorientale è sotto gli occhi di tutti: Un terribile prezzo umano pagato dai diretti attori di questa storia. Un enorme prezzo economico, politico e di sangue, subito da tutti i paesi europei, americani, asiatici ed africani per le conseguenze del terrorismo e per i costi della prevenzione dello stesso.
Tanta gente pro-Gaza si stupisce della sproporzionata risposta israeliana al lancio di razzi Qassam e di piccoli missili che in otto anni, in Israele, hanno fatto meno morti di un ora di guerra in Gaza. La questione può essere spiegata in modo diverso. I Qassam avevano una gittata di 8 - 10 km e solo la cittadina di Sderot e i suoi pochi abitanti erano in pericolo. Ora i nuovi razzi, con una capacità di penetrazione di 40 km, sottopongono ad atti terroristici circa il 10% della popolazione israeliana. Città come Ashelon, il porto di Ashod, l'università di Beersheva e le sue industrie chimiche, Netivet e tanti altri piccoli villaggi e kibbutz sono alla portata di un Qassam. E' come se a capodanno, a Napoli, anzicchè sparare in aria con una pistola, lanciassero 10 - 20 razzi carichi di parecchi kilogrammi di esplosivo.
Tanta gente pro-Israele dice che Hamas ha deciso di rompere unilateramente la tregua che ha sorretto per sei mesi la fragile tregua. Ma non dicono nulla delle recenti uccisioni mirate di esponenti Hamas, ne accennano al blocco economico sempre più pesante che Gaza è costretta a subire e che l'hanno portata a rompere la tregua. Recentemente anche le barche da pesca non potevano uscire in acque territoriali palestinesi perchè bloccate dalla marina da guerra israeliana. Ne hanno parlato pochi giornali, ma a dicembre un pacifista italiano che si trovava a bordo di un peschereccio palestinese, è stato arrestato dagli israeliani e, dopo alcuni giorni di detenzione, espulso da Israele.
Il ritiro unilaterale di Israele dalla striscia di Gaza non ha dato i risultati sperati. Solo un accordo concordato tra le parti può favorire l'inizio di una pace stabile ed il partecipare ad una manifestazione di solidarietà illude i contendenti ad avere ragione e li allontana dal cercare la soluzione del conflitto.
Rodolfo Di Nardo
Tra le vittime di questa guerra desidero ricordare Jimmy Kdoshim del kibbutz di Kfar Aza, kibbutz al confine della striscia di Gaza al quale mi sento personalmente legato.
" Residents of Kibbutz Kfar Aza are finding it difficult to come to terms with the death of their friend, 48-year-old Jimmy Kdoshim, who was killed by a mortar shell Friday evening while working in his garden."
Two mortar shells fired by Palestinians from northern Gaza Strip land in Kibbutz Kfar Aza Friday evening, killing one man, 48, and injuring three others. Hamas claims responsibility for attack. Several hours later, IDF strikes in Gaza, killing five Hamas operatives
Shmulik Hadad
Latest Update:
05.10.08, 07:02 / Israel News
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