Perché?
Perché non esiste una sola, ma tante Segrate diverse.
Ed allora quale migliore idea che creare tanti piccoli parchi? Dopotutto è proprio il concetto di Santina: il MetaParco, il parco diffuso.
Sarebbero i “Memoriali” di un pezzo di città che non c’è più.
Sarebbero dei giardini effimeri, che propongono una esperienza multisensoriale sul tema dell’incontro, incontro delle culture storiche, incontro tra generazioni di segratesi, incontro del tradizionale e del moderno, della ruralità e del post-industriale.
E’ come se coloro che vi andassero potessero incontrare coloro che non sono più lì, ma anche coloro che sono venuti da altrove e coloro che saranno lì dopo di loro.
Questo incrocio tra diversi ambienti del passato e la loro cultura farebbe nascere un ventaglio di sguardi nuovi e di esperienze sensibili che saprebbero risvegliare i sensi di tutti.
Alla Segrate agricola potremmo intitolare un giardino - campo di grano, attraversato al suo interno da un sentiero.
La Segrate dei fontanili e delle zone umide, meta di tante gite degli scolari segratesi, con annesso studio sui girini: mi piacerebbe fosse realizzata un'area verde, un labirinto di alte canne di bambù e vegetazione lacustre.
La Segrate industriale potrebbe essere rappresentata da bidoni metallici trasformati in contenitori di fiori e piante, in ricordo del primo insediamento Fischer Steiner di fine anni 60, in via Morandi.
E la Segrate post industriale?: un giardino di tubi metallici a fianco di fiori e piante, in ricordo della ex Duina e di una Segrate oggi sostituita da quella del terziario avanzato.
Il parco del Lago Azzurro, un’altra Segrate scomparsa ; ridoniamo un po’ di azzurro, con foglie di plastica, al colore grigio delle nostre cave che verranno trasformate presto in laghetto.
E se le foglie azzurre di plastica non vi piacciono, ricordatevi di quanto erano dolci e rosse le framboises di Segrate…..
Foto dei "Jardins des Ephéméres" di Quebec City scattate da Rodolfo Di Nardo in occasione del quattrocentesimo anniversario della creazione della "Nouvelle France"
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